La Flora della Riserva


Le particolari condizioni ambientali unite all’elevata eterogeneità di habitat determinano la presenza di un cospicuo numero di specie vegetali, alcune delle quali rare o endemiche. Basta citare il rarissimo Fiordaliso del Sagittario, (Centaurea scannensis) (in foto), endemismo puntiforme che vive solo lungo il corso di questa valle; specie protetta a livello regionale, è considerata rara e a rischio e pertanto inserita nella IUCN red list of threatened plants, 1997. Molti altri sono gli endemismi che qui si possono osservare, tra i quali ricordiamo la Viola di Eugenia (Viola eugeniae), pianta erbacea presente sui pascoli sassosi e meritevole di tutela, non solo per la sua rarità, ma anche per la sua particolare bellezza durante il periodo della fioritura; la Campanula di Cavolini (Campanula fragilis subsp. cavolinii), diffusa sulle rupi calcaree; la Peverina tomentosa (Cerastium tomentosum L.), colonizzatrice dei ghiaioni e dei pascoli aridi. Tra le rarità citiamo l’Efedra dei Nebrodi, (Ephedra major Host), una pianta cespugliosa a distribuzione circummediterranea considerata dagli studiosi un endemismo conservativo dell’era terziaria, che si ritrova sulle pareti più scoscese della valle e infine segnaliamo la Dafne sericea (Daphne sericea Vahl), localizzata in Italia solo in poche isole e località costiere del Tirreno meridionale. Complessivamente sono state censite all’interno della Riserva 789 entità vegetali, di cui 54 endemiche, 37 alloctone e 2 nuove per l’Abruzzo: Erophila verna subsp. spathulata e Melilotus infestus.

Per quanto riguarda la superficie boschiva della Riserva, alle quote inferiori, lungo la Valle del Sagittario, sono presenti boschi misti di specie meso-termofile, come la Roverella (Quercus pubescens), il Carpino nero (Ostrya carpinifolia), il Cerro, (Quercus cerris), l’Orniello (Fraxinus ornus), l’Acero campestre (Acer campestre), l’Acero opalo (Acer opalus), l’Acero minore (Acer monspessulanum), il Carpino bianco (Carpinus betulus) e il Nocciolo (Corylus avellana), insieme ad una ben rappresentata componente arbustiva, anche con infiltrazioni di vegetazione mediterranea. Sono infatti presenti nuclei di Leccio (Quercus ilex), con portamento arbustivo e impiantato solitamente tra le fessure della roccia e delle pareti scoscese, Colutea (Colutea arborescens), Cisto femmina (Cistus salvifolius), Terebinto (Pistacia terebinthus), Smilace (Smilax aspera) ed Emero (Coronilla emerus).

Al di sopra dei boschi misti, in particolare sul versante occidentale della Valle del Sagittario, si estendono ampie faggete associate ad un sottobosco prevalentemente erbaceo e interrotte, nei versanti più assolati, dalla penetrazione di boschi misti di latifoglie mesofile che risalgono le pendici confinando direttamente con i pascoli d’altitudine. Tra le specie consociate al faggio (Fagus sylvatica), è possibile rinvenire individui di Acero montano (Acer pseudoplatanus), Salicone (Salix caprea), Sorbo montano o Farinaccio (Sorbus aria), Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), Acero opalo (Acer opalus) e individui sporadici di Tasso (Taxus baccata). Sulle pendici spoglie, con abbondante pietrosità e rocciosità superficiali è frequentissimo il Ginepro comune (Juniperus communis). Nella zona di transizione tra boschi misti e faggeta sono invece localizzati i più estesi e meglio sviluppati nuclei di rimboschimento, realizzati a partire dal secondo dopoguerra e mai interessati da interventi gestionali successivi, con Pino nero di Villetta Barrea (Pinus nigra ssp. Italica) insieme a Pino nero austriaco (Pinus nigra ssp. austriaca), Abete rosso (Picea excelsa) e Pino laricio (Pinus laricio subsp. calabrica ).

Le praterie, situate a ridosso del limite superiore e inferiore dei boschi, presentano la tipica vegetazione dei pascoli appenninici, con una netta dominanza di graminacee e una scarsa presenza di specie appartenenti a leguminose o composite, a causa del pascolo esercitato per secoli in queste aree. Non mancano tuttavia specie pabulari come la Fienarola bulbosa (Poa bulbosa), il Trifoglio rosso (Trifolium pratense).

Per quanto riguarda l’area ripariale, infine, le condizioni ambientali sono fortemente migliorate in seguito alla riapertura della Diga di San Domenico da parte dell’Enel nel 2006 e al conseguente ripristino del flusso idrico, che sarà necessario mantenere in futuro per la sopravvivenza di questo importante habitat. La vegetazione ripariale è costituita prevalentemente da salici (Salix alba, Sailx purpurea) e pioppi (Populus alba, Populus nigra, Populus tremula) a cui si aggiungono il Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), tipico colonizzatore degli ambienti di forra con elevata umidità e substrato profondo poco coerente e alcuni sporadici esemplari di Farnia (Quercus robur).

GIARDINO BOTANICO

Nel 1996, all’interno della Riserva, è nato il Giardino Botanico Gole del Sagittario, rico­nosciuto dal 1998 d’interesse regionale ai sensi della L.R. 35/97. La struttura ospita attualmente 380 specie diverse di piante, 45 delle quali sono tra quelle di interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva Habitat, convenzione CITES, Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia (Pedrotti et Al., 1997), L.R. 45/79. La coltura di queste piante all’interno del Giardino è parte integrante di una più ampia e consolidata strategia di conservazione delle più importanti entità vegetali nota come “conservazione ex-situ”. Questa consente di preservare le specie rare dall’estinzione attraverso la loro coltura in orti e giardini botanici, che provvedono anche a scambiarsi semi, piante o altri propaguli. Tali accorgimenti consentono di riprodurre la specie interessata e di scongiurarne quindi l’estinzione. Infatti, qualora la pianta si estinguesse in natura, gli orti botanici potranno ripristinarla a partire dagli esemplari coltivati. A tale scopo il giardino è provvisto di un vivaio per la propagazione delle piante, di una spermoteca per la conservazione dei semi e di un erbario quale supporto allo studio tassonomico delle specie. La visita al giardino è organizzata, a scopo didattico, per ambienti tematici:

  • Il “Giardino abitato” dove sono raccolte le specie che vivono in simbiosi con gli insetti
  • Gli “Ambienti aridi”, che racchiude la vegetazione di rupi, rocce e ghiaioni
  • L’ “Ambiente ripariale” dove si possono osservare salici, pioppi ed ontani
  • Le “Erbe utili” per conoscere tutte le essenze naturali utilizzate dall’uomo in medicina, cucina, cosmetica
  • Lo “Stagno” e “Le sorgenti” che sono due ambienti che permettono di osservare le co­munità riparali ed acquatiche
  • Le “Felci, epatiche e muschi” è il settore che permette di conoscere le piante inferiori.

Nel corso dell’anno è possibile partecipare a eventi speciali dedicati alla conoscenza del mondo delle piante.Il giardino rimane aperto tutto l’anno, ma se ne consiglia la visita nel periodo primavera – estate, quando la maggior parte delle piante è in fiore.